Survivor Story
PLB1 : ruolo cruciale nel salvataggio in elicottero di Te Urewera
Amanda e io aspettavamo con ansia il viaggio da mesi. L’Oodnadatta Track, l’iconica striscia di terra rossa che si estende attraverso la remota Australia Meridionale, era sempre stato sulla nostra lista. Percorrere in moto quel tratto polveroso, con il lago Eyre che luccicava in lontananza, prometteva avventura e solitudine. Ci siamo preparati meticolosamente: abbiamo preparato l’attrezzatura, controllato le provviste e riposto la nostra Ocean Signal PLB1, “per ogni evenienza”.
Ma anche i piani meglio congegnati possono sgretolarsi in un istante.
Il sole pomeridiano era feroce, picchiando sulla pista fino a farla ardere dal calore del terreno stesso. Il fondo alternava terra battuta e ghiaia smossa, di quelle che possono incastrare una gomma e piegarla di lato prima ancora che tu te ne accorga. Per Amanda, quel cambiamento improvviso è arrivato senza preavviso.
L’incidente fu orribile. Amanda giaceva accasciata sui binari, immobile. Era priva di sensi e aveva le braccia piegate in modo goffo. In quella remota landa desolata, la domanda più importante era: come avremmo potuto tirarla fuori?
Fu allora che l’importanza della preparazione divenne dolorosamente chiara. I primi a raggiungere Amanda, compagni di viaggio lungo il percorso, non persero tempo. Attivarono immediatamente il nostro Ocean Signal PLB1, innescando una risposta di emergenza che colmò l’immenso vuoto intorno a noi. Nel giro di pochi istanti, il nostro segnale di soccorso rimbalzò sui satelliti e raggiunse le autorità a centinaia di chilometri di distanza.
I soccorsi stavano arrivando, anche se in un luogo remoto come l’Oodnadatta non sarebbero mai stati immediati. Fu contattato il Royal Flying Doctor Service e presto fu inviato un aereo. L’attesa sembrava infinita, ogni minuto si diluviava per la preoccupazione, ma sapere che qualcuno stava arrivando mi dava la forza di concentrarmi su Amanda.
Quando l’equipaggio dell’RFDS arrivò, fu come osservare una calma efficienza scendere dal cielo. Stabilizzarono Amanda con consolidata precisione, la loro presenza salda come l’orizzonte del deserto. Nonostante l’isolamento, nonostante la distanza, fecero sembrare tutto quasi una routine. In poco tempo, fu caricata con cura a bordo, pronta per il lungo volo verso l’ospedale di Alice Springs, a circa 800 chilometri di distanza.
Fuori dalla rete, così lontana da tutto, il minimo errore o incidente poteva significare una catastrofe. Eppure, grazie a un piccolo faro agganciato al nostro kit e all’incredibile dedizione del Royal Flying Doctor Service, Amanda ha avuto una possibilità di sopravvivere.
Quello che era iniziato come un viaggio da sogno lungo l’Oodnadatta Track si era trasformato in un duro promemoria: l’outback esige rispetto. Avventura e bellezza vanno di pari passo con il rischio, e la preparazione non è un optional, è una questione di sopravvivenza.
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